NOTO E LE SUE TRADIZIONI



Noto è un piccolo gioiello della costa orientale della Sicilia. Definita la “capitale del barocco siciliano”, è situata su di un altopiano dal quale domina la valle dell’Asinaro.





La nascita di Noto si fa risalire all’Età del bronzo, in una posizione leggermente più a nord (8 km per l’esattezza) sul monte Alveria, ed era una colonia di Siracusa.
Con la colonizzazione romana, successivamente, Noto conquistò la propria “indipendenza” e gli fu concesso un proprio senato ( infatti, in molti monumenti presenti in città, è possibile ritrovare l’acronimo “SPQN”, Senatus Populus Que Netinus).
Successivamente, Noto fu colonia Araba, Normanna e Saracena, ma è con l’arrivo degli Aragonesi che la città ha vissuto il suo periodo più florido fino al 1693, anno in cui Noto fu devastata da un terremoto che distrusse l’intera città e migliaia di persone persero la vita. Dopo il terremoto, si decise di ricostruire la città nella sua posizione attuale per ordine del duca Camastra Giuseppe Lanza.
Vennero ingaggiati i migliori architetti dell’epoca, che regalarono a Noto diversi edifici, piazze e strade in stile Barocco, che gli permisero di aggiudicarsi il titolo di “capitale del barocco siciliano” e successivamente di entrare nella liste dei Patrimoni dell’UNESCO.
Tra i principali monumenti architettonici presenti a Noto, i più importanti sono sicuramente il Palazzo Ducezio, il Teatro Tina Di Lorenzo e la Porta Reale.

Palazzo Ducezio
Questo palazzo, sede del Municipio, prende il nome dal fondatore della città, Ducezio. Venne ideato da Vincenzo Sinatra nel 1746 e fu completato nel 1830 (il secondo piano venne costruito nel XX secolo ) . La sua ideazione è ispirata ai palazzi francesi del XVII secolo e presenta colonne, in stile ionico, che sorreggono venti arcate convesse, con tredici finestroni rettangolari nella parte superiore. All’interno, è da menzionare la Sala degli Specchi, in cui sono presenti numerosi specchi realizzati da Sebastiano Dugo, e nella volta della sala è presente un affresco (realizzato dal pittore Antonio Mazza) che raffigura la fondazione di Noto da parte di Ducezio.






Teatro Tina Di Lorenzo
Il teatro, considerato come “la piccola scala di Milano”, fu realizzato alla fine del XIX secolo grazie ai progetti degli ingegneri Francesco Cassone e Francesco Sortino.  La sua ispirazione è di stile neoclassico, con bassorilievi (con motivi musicali e maschere teatrali) e sculture rappresentanti l’allegoria della Musica e due trofei musicali dello scultore Giuliano Palazzolo.  Venne intitolato nel 2012 all’attrice Tina Di Lorenzo ed ha una capienza di 320 posti con tre file di palchi e una galleria.




Porta Reale

È il simbolo per eccellenza della città, in quanto è posta al suo ingresso, e venne costruita per celebrare l’arrivo del Re Ferdinando II di Borbone. La sua realizzazione (avvenuta nel 1838) è stata portata avanti da Angelini, in perfetto stile neoclassico (in armonia con lo stile della città di Noto).




L’INFIORATA DI NOTO E LE SUE ORIGINI

Ogni anno, la terza settimana di Maggio è dedicata all'infiorata, un evento storico nella città di Noto che si inserisce nell’ambito della Primavera Barocca.
Questa importante manifestazione è nata nel 1980 dall’incontro di artisti infioratori genzanesi e netini, i quali hanno sviluppato questa nuova tecnica pittorica nella città di Genzano, in provincia di Roma. Ma andando a ritroso nel tempo, la tradizione barocca delle tradizioni floreali era stata adottata già nel XVII secolo, nelle località dei Castelli Romani a causa degli stretti legami di questo territorio con Gian Lorenzo Bernini, principale artefice di feste barocche. L’antica preparazione dell’infiorata di Noto distingue diversi momenti tipici: la riproduzione dei bozzetti, l’esecuzione delle sagome che vengono tracciate sulla strada e l’allestimento degli artisti infioratori che tappezzano con i fiori I disegni abbozzati sul lastricato di via Nicolaci.
Inoltre questa manifestazione comprende una serie di spettacoli e iniziative serali, eventi culturali tra cui mostre, degustazioni, esposizioni, itinerari nel centro storico, musei e chiese aperte. Ogni anno viene scelto un tema differente che caratterizza l’infiorata, come ad esempio nel 2017 era dedicato al Principato di Monaco, quello del 2018 alla Cina, e l’ultima del 2019 accoglie invece il tema dell’essere ‘’ Siciliani nel Mondo’’, divenendo così protagonisti per la prima volta nella storia di un’importante manifestazione. Ma di tutto ciò ne parleremo dopo.
Dopo aver introdotto in breve le origini dell’Infiorata di Noto, e soprattutto dopo il grande successo riscontrato in termini di partecipazioni attive per la 40ª edizione di quest’anno, ne approfitto per intrattenervi brevemente nel raccontare l’esperienza vissuta la settimana scorsa.
Innanzitutto il tema di quest’anno si intitola “Veni ca ci cuntu”, storie di siciliani in America; è stato un tema molto apprezzato, anche perché da come potete vedere in foto la folla non è venuta a mancare nemmeno quest’anno.





Non appena giunto dinanzi Via Nicolaci, non ho esitato un secondo a scattare questa foto per poter immortalare questo momento, la sensazione che percepisco è sempre la stessa come per ogni anno, vedere la folla in trepidante attesa per aspettare il proprio turno, questa è la vera magia capace di riunire tutta questa gente in un unico luogo.
Questo è il panorama caratterizzato da mosaici floreali realizzati dai maestri infioratori nel cuore del pieno centro storico, che ha come protagonista via Nicolaci, una via prettamente in salita lunga poco più di 100m e larga circa 7m, in alto troverete la Chiesa di Montevergini che si affaccia di fronte al Palazzo del Principe Nicolaci Villa dorata, è qualcosa di spettacolare che non fa altro che esaltare la magniloquenza della ricchezza risalente ad un’epoca ormai lontana. 
Le cornici addobbate dai fiori sono 16, la loro preparazione richiede il tempo di una notte, infatti per i più curiosi e amanti dell’arte sarà possibile visionare gli infioratori mentre creano queste vere e proprie opere d’arte.A trovare il posto quest’anno è stata l’inconfondibile statua delle libertà di New York e il famosissimo Toro di Wall Street, sino ad arrivare ad immagini di Lady Gaga e Frank Sinatra.

Insieme all’infiorata, una lunga lista di eventi ha accompagnato queste tre fantastiche notti, come il corteo Barocco, lo spettacolo proposto dagli sbandieratori per poter animare al meglio tutto il contesto e rendere così questa manifestazione tra le più importanti a livello regionale.



NON SOLO BAROCCO

Ma Noto non è solo barocco. È qui infatti che viene coltivato uno degli ingredienti base della pasticceria tradizionale siciliana: la mandorla, tutelata dal Presidio Slow Food Mandorle di Noto.
Sono ben tre, infatti, le tipologie coltivate nella Val di Noto: la Pizzuta d’Avola, la Fascionello e la Romana. Tale delizioso e prezioso ingrediente viene impiegato per la preparazione di tantissimi dolci tipici, come la pasta reale, la frutta martorana, il biancomangiare, il torrone (oltre alla mandorla, è possibile trovare altri gusti: bianco e al pistacchio), i mustazzuoli, impastati con miele e ripieni di fichi secchi e mandorle tritate ed i facciuna, decorati all’esterno.
Nel caso in cui siate curiosi di provare queste specialità, vi consigliamo di fare un salto alla pasticceria dei fratelli Assenza: il “Caffè Sicilia”, un’istituzione al pari dei monumenti che caratterizzano la città. Presso questo famosissimo bar potrete gustare un’ottima granita realizzata artigianalmente con le mandorle del luogo.
Di fronte troverete la Via Nicolaci, ovvero il luogo in cui ogni anno si svolge l’Infiorata.
Oltre alla mandorla, un altro fiore all’occhiello della produzione netina è sicuramente l’uva, con il quale viene prodotto il famoso Moscato di Noto. Trattasi di un vino bianco DOC prodotto da uve leggermente appassite dal colore giallo dorato, caratterizzato da un sapore dolce e, allo stesso tempo, leggermente aromatico: un ottimo accompagnamento per i caratteristici dolci a base di mandorla della città.
A fronte di tutte queste eccellenti specialità del territorio e a conferma dell’ottimo lavoro svolto dai produttori locali, Noto ha ricevuto nel 2018 il premio come Miglior Comune per l’Offerta Enogastronomica.




















Commenti

  1. Sono stata a Noto due volte, porto con me un bellissimo ricordo e desidero tornare al più presto. Noto è una delle perle della Sicilia, una città ricca di arte e cultura. Il centro storico è un insieme di fascino, storia, allegria, movida, odori tipici siciliani, musica e divertimento. Assolutamente da visitare per tutti quelli che fanno tappa in questa isola ricca di bellezza. Le sensazioni che si provano sono uniche ed irripetibili, i palazzi e le chiese che si susseguono in una incessante e continua esplosione del barocco siciliano ti lasciano senza fiato.
    Splendida poi la classica infiorata che si svolge ogni anno a maggio che crea una magia di colori unica e che vede sempre più gente pronta a meravigliarsi per le tante opere d'arte presenti.

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